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Parco ''Aldo Guidetti'' ad Arceto

Un esempio di adattamento al cambiamento climatico, con un'attenzione particolare alla biodiversità e alla sostenibilità.

Ultimo aggiornamento: 23 settembre 2025, 14:50

La scelta delle essenze vegetali privilegia quelle più rustiche, adatte o adattate agli ambienti della pianura padana e più resistenti agli eventi meteorologici estremi, coniugando la loro capacità di fornire servizi ecosistemici (assorbimento delle piogge in eccesso, assorbimento polveri sottili e CO2, ombreggiamento estivo, mitigazione delle temperature estive) alla componente estetica. 

La proposta delle specie vuole rappresentare le principali fasce climatiche che interessano il territorio italiano alle diverse altitudini e latitudini (disposti in tre anelli che si intrecciano): da quella più alta del fagetum, con specie presenti anche nei territori di pianura fino ad alcuni decenni fa (il passato), a quella del castanetum, la fascia tipica della pianura padana fino alle colline, a quella del lauretum, la fascia fitoclimatica delle zone meridionali e costiere della penisola. I cambiamenti climatici di questi decenni hanno creato le condizioni anche nella nostra pianura per la diffusione di specie tipiche della fascia più arida (il presente e il futuro): la messa a dimora di queste specie ha anche lo scopo di diffondere conoscenze sulla problematica climatica e sul consumo di suolo.

L'impostazione data prevede la messa a dimora di consociazioni di alberi di dimensioni variabili a maturità (prima, seconda e terza grandezza), di alberelli e di arbusti: sono state messe a dimora piante di faggio, cerro, ontano, betulla, sorbo, acero di monte, ginepro (fagetum), farnia, pioppo, carpino nero, castagno, roverella (castanetum), carrubo, leccio, olivo, frassino, corbezzolo, pittosporo, lentisco, oleandro (lauretum). A queste si affiancano piante rustiche adattate ai climi padani come bagolaro, albero di giuda, ibisco e piante tipiche dei climi più rigidi come mirtillo (picetum).

La conformazione dell'area è stata impostata in modo da sfruttare i dislivelli per consentire uno sgrondo delle acque in direzione sud-nord, nel caso di precipitazioni concentrate in poco tempo, raccogliendole attraverso una trincea drenante che permette di convogliare le acque nel canale storico esistente: è stata decementificata (desigillata/deseal) un’area di circa 3000 mq (ex caseificio) per renderla completamente permeabile. Il prato, seminato con essenze poco esigenti dal punto di vista idrico, potrà essere integrato con semine periodiche per fioriture distribuite nell’arco dell’anno ed è stato impostato per una frequenza di sfalcio più ridotta e differenziata per settori in modo da favorire il migliore assorbimento dell’acqua, il maggiore raffrescamento dell’area, la diffusione di impollinatori, il risparmio economico e il minor inquinamento.

All’interno del parco è stata realizzata una struttura ginnica (calisthenics) con parti della struttura utilizzabili anche da persone con disabilità (inclusiva).

Il parco si trova ad Arceto, in Via per Reggio 13.


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