Aristide Incerti Rinaldi

Ritratto di Aristide Incerti Rinaldi
Oreste Incerti Rinaldi, detto Aristide, era il primo dei quattro figli di Egidio Incerti Rinaldi e di Giusta Baricchi.

Nato a Borzano il 25 febbraio 1882, sposò Rosa Vecchi nel 1906; Aristide e Rosa ebbero tre figlie e un figlio: Iride, Neralda, Malba e Dalbo.
Negli anni ’20 abitavano, con i genitori di Oreste e gli altri fratelli, una famiglia allargata come usava a quei tempi, a Jano nel borgo di case denominato Caslèti, Casellette, sulla strada provinciale per Viano, sulla sinistra venendo da Pratissolo un po’ prima dell’incrocio con l’attuale via Resta.

Aristide era di orientamento socialista, come il fratello Alfredo, che fu ucciso dai fascisti in un’aggressione a Scandiano il 13 marzo 1922, ricordato in una lapide all’interno del municipio e nel monumento al parco della Resistenza.
Nel 1915 l’Italia entrò nella Grande Guerra.
In tutto il Paese si fronteggiavano e si scontravano gli “interventisti” e coloro che erano contrari alla guerra, convinti che contadini e operai, la povera gente, fossero carne da macello nel conflitto e ne avessero solo da perdere.
Anche Oreste Aristide la pensava così.
Pensava che quello che serviva non era una guerra, ma “pane e lavoro” e per questo scese in piazza insieme a tanti altri a Scandiano il 24 febbraio 1915.

Durante gli scontri tra manifestanti, esercito (un reparto di fanteria di stanza in Rocca) e carabinieri, davanti al municipio Oreste fu ferito da un colpo di pistola sparato da un maresciallo dei carabinieri. Morì dopo una lunga agonia il 19 aprile 1915, a 33 anni, lasciando la moglie e i quattro figli ancora piccoli.
Il giorno dopo i tragici fatti di Scandiano, il 25 febbraio 1915 anche altri due reggiani, Fermo Angioletti e Mario Baricchi, furono uccisi dal Regio Esercito davanti al Teatro Ariosto a Reggio Emilia durante una manifestazione di protesta contro il comizio interventista di Cesare Battisti.
Sono ricordati da una targa affissa sul muro esterno del Teatro Ariosto.

Del gravissimo fatto di Scandiano parlò diffusamente la stampa locale dell’epoca in diversi articoli pubblicati su La Giustizia e il Giornale di Reggio.
L’uccisione di Oreste Aristide è raccontata nel libro “Scandiano 1915-1946 lotte antifasciste e democratiche” da Amleto Paderni e Rolando Cavandoli.